La tradizione della cucina bolognese, si sa, è preceduta dalla sua fama. Un fatto meno noto è che, sulle dolci colline che da Imola si dipanano fino al capoluogo e proseguono verso il modenese, nascono buonissimi vini del territorio.
Qui dove da un lato l’Emilia incontra la Romagna e dall’altro si consolida guardando a ponente, passeggiare tra i filari dei vigneti significa viaggiare nella storia dei profumi e sapori di questi luoghi abitati e coltivati da tempo immemore.
La tradizione vitivinicola della zona vanta una storia molto antica, che inizia nel periodo etrusco e prosegue con la civiltà romana. Su questi terreni collinari e le pianure limitrofe crescono vitigni diversi tra loro, autoctoni e non.
Il vitigno locale più antico e noto di tutti è il Pignoletto. Già Plinio il Vecchio, nella sua “Naturalis Historia”, lo definisce “Pino Lieto”, ovvero un vino “non abbastanza dolce per essere buono”. Ottiene il marchio DOC nel 1985, oggi è il vino bandiera delle cantine dei Colli Bolognesi.
Si trovano tre tipologie di Pignoletto: la versione classica frizzante, ma anche fermo e tipo spumante. Ha un sapore e un profumo delicato, ottimo come aperitivo e per i momenti di convivialità, tipici del carattere dei suoi abitanti.
Altro vitigno autoctono a bacca bianca è l’Alionza, di origini incerte e meno conosciuto. Coltivata nelle province di Bologna da diversi anni, nel bolognese l’uva è conosciuta come Uva Schiava, probabilmente per la possibile provenienza antica da paesi slavi, o per il tipo di potatura a filari.
Fra la rosa dei vini bianchi Dop del territorio, fra i vitigni d’importazione si annoverano il Pinot Bianco, il Riesling Italino, Sauvignon Blanc, lo Chardonnay e il Trebbiano. Menzione a parte per il vino DOCG, Albana di Romagna, coltivato anche sulle colline imolesi. È stato il primo vino bianco italiano a ricevere il riconoscimento della Denominazione d’Origine Controllata e Garantita, riservato solamente agli stili secco, amabile, dolce e passito.
Tra i vitigni rossi, invece, l’unico vitigno autoctono è il Negrettino (o Negretto), uno dei vitigni meno conosciuti dell’Emilia-Romagna, che rimane l’unica regione italiana dove viene impiantato. In passato, il nome stava ad indicare i vitigni che avevano una bacca particolarmente scura. Negli ultimi anni, quasi tutti i vecchi vigneti sono stati abbattuti e solo il Consorzio Vini Colli Bolognesi ne ha salvati alcuni biotipi interessanti. L’uva produce un vino semplice e piacevole all’olfatto che si sposa bene con la cucina emiliana.
Altri vitigni a bacca rossa qui coltivati sono il Barbera, il Merlot, il Sangiovese (vino tipicamente romagnolo, coltivo nelle zone imolese) e il Cabernet Sauvignon, con il quale viene prodotto anche il Rosso Bologna un vino dal colore rosso rubino e dal profumo inteso, piacevole ed erbaceo.
I viticoltori bolognesi e imolesi fanno riferimento a dei Consorzi. Per i produttori bolognesi il consorzio di riferimento è il Consorzio dei Vini Colli Bolognesi. Nato nel 1971 dalla fusione di due storici consorzi di tutela Monte San Pietro e Vini Castelli Medievali, riunisce il 96% dei produttori DOC e DOCG dei Colli Bolognesi uniti per la tutela della storia e della cultura del territorio e la valorizzazione e la conservazione dei vini. Molti offrono visite guidate alle cantine e degustazioni. Ogni anno il Consorzio, nel mese di settembre, organizza la Sagra del Vino dei Colli Bolognesi.
Tra i vari vitigni utilizzati per la produzione dei vini della DOC Colli Bolognesi, i principali sono:
Per i produttori imolesi, invece, il consorzio di riferimento è il Consorzio dei Vini di Romagna. Istituito nel 1962, riunisce cantine, produttori vitivinicoli e aziende vinicole per tutelare la produzione della Romagna. Opera per sostenere la valorizzazione del prodotto e il suo territorio, controllare la qualità del vino e l’equilibrio dei prezzi.
Durante l’anno organizza eventi aperti al pubblico per far conoscere i prodotti enologici del territorio.
Attualmente tra gli associati ci sono 5200 aziende viticole iscritte agli albi delle vigne DOC e DOCG, 7 cantine cooperative, 103 produttori vinificatori e 6 imbottigliatori, molti dei quali offrono percorsi di visita e degustazioni.
Tra i vari vitigni utilizzati per la produzione dei vini della DOC Colli d’Imola, i principali sono:
Nel borgo di Dozza, nei sotterranei della Rocca Sforzesca, si trova poi l’Enoteca Regionale. Un’associazione che opera dal 1970 per la promozione e la valorizzazione dei prodotti vinicoli regionali.
Gli appassionati, possono trovare oltre 200 etichette di vino, ma anche aceto balsamico e distillati.
Il luogo ideale per degustare, grazie ai 16 Wine Dispenser che permettono ai visitatori di conoscere i vini in autonomia. Inoltre si può accompagnare la degustazione con assaggi di prodotti tipici della regione, come salumi e formaggi.
Consorzio Colli Bolognesi: Via Abbazia, 30/c – 40050 Monteveglio (BO)
Consorzio Vini di Romagna: Via Tebano 45 – 48018 Faenza (RA)
Enoteca Regionale: Piazza Rocca Sforzesca, 40060, Dozza (BO)