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Informazioni

Non tutti lo sanno, ma nella prima metà del secolo scorso, una delle coltivazioni principali delle colline a sud di Bologna era il carciofo “Violetto di San Luca”. Un ecotipo varietale inerme rustico, riprodotto solo per via agamica, ciò grazie ai numerosi getti laterali chiamati tradizionalmente a Bologna cardetti o carducci.
Una volta che questi vengono asportati, generano una nuova pianta uguale alla pianta madre.

La sua coltivazione dovrebbe risalire, sulla base di alcuni fonti storiche, ad alcuni secoli fa ed è riconducibile alla varietà del “Violetto di Toscana”. Negli anni 70, a causa dello spopolamento delle campagne, questa coltura venne abbandonata. Il carciofo di San Luca deve la sua sopravvivenza alla famiglia Albertazzi, nota famiglia bolognese che vive proprio sulle colline a sud della città e che ha custodito questa varietà e ricetta gustosa e tradizionale dei carciofini sott’olio.

Oggi, il carciofo violetto di San Luca è una varietà molto diffusa anche nel territorio regionale romagnolo, ma i terreni argillosi dei colli bolognesi, lo rendono fresco ed erbaceo. Hanno dimensioni contenute e chiaramente un caratteristico colore violetto. La parte più pregiata di questa varietà sono i capolini principali e secondari che sono raccolti tra maggio e giugno. Nel mese di novembre, invece, viene effettuata la “scarducciatura” o “scardettatura”, il diradamento che permette alla pianta madre di svilupparsi appieno per garantire in seguito una buona produzione di carciofi. I carducci ricavati da questa operazione, vengono trapiantati per generare altre piante che diventano produttive totalmente nei due anni successivi.

Questa varietà di carciofi viene spesso consumata lessata, condita con olio e sale o fresca, ma può anche essere conservata sott’olio o trasformata in patè.

Per salvaguardare, coltivare correttamente e rilanciare l’utilizzo del carciofo violetto di San Luca nelle cucine domestiche è nata l’Associazione del Carciofo Violetto di San Luca. Da aprile 2023, inoltre, il Comune di Bologna ha inserito questa varietà nell’elenco dei prodotti De.Co, in quanto prodotto della tradizione.

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Prodotto con Presidio Slow Food

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