Il Garganello di Imola è una tipologia di pasta all’uovo, realizzata con quadrati di sfoglia, arrotolati e chiusi attorno a un bastoncino di circa 4 millimetri di diametro.
Secondo la tradizione, nacquero tra l’epoca di Caterina Sforza (1463-1509) e quella del Cardinale Bentivoglio d’Aragona, Legato Pontificio in Romagna nel 1725. La leggenda narra che i gatti di casa Sforza divorassero il “compenso”, ovvero il ripieno, dei cappelletti. Così, la cuoca decise di avvolgere i quadretti di sfoglia fresca attorno a un fusello e chiuderli passandoli sui denti del pettine del telaio utilizzato per la tessitura della canapa. All’epoca la pratica della tessitura era assai diffusa nelle case nobiliari di Imola, in particolare per la filatura della canapa per la realizzazione della biancheria familiare. Avere un telaio, implicava la presenza e l’utilizzo di pettini dei telai.
Quindi, questi maccheroni rigati nacquero dai quadrati di 3 cm di lato, nati per diventare dei cappelletti e venir cotti nel brodo di cappone. Invece, il nuovo formato di pasta, non ripieno, si diffuse rapidamente in tutto il territorio, prendendo il nome di “Garganelli”, con riferimento al “gargarozzo” del pollo, ossia gli anelli cartilaginei della trachea dei volatili che in Romagna sono chiamati “garganèl”.
Divennero il piatto tradizionale della domenica imolese, serviti rigorosamente in brodo. In seguito, vennero sperimentate altre tipologie di condimento, apprezzate ancora oggi. Il 29 ottobre 2019 la ricetta è stata solennemente “decretata e depositata” alla Camera di Commercio di Bologna e presentata in tre diverse varianti, tutte altrettanto gustose: in brodo di cappone, con il ragù di rigaglie di pollo (cuore, cresta, bargigli, fegato, ventriglio, reni), o con scalogno romagnolo e prosciutto.
In quanto prodotto della tradizione, il Comune di Bologna ha inserito il Garganello di Imola tra i prodotti De. Co. del territorio.
Preparazione
Per la sfoglia:
– 500 g di farina (250 g di farina di grano tenero e 250 g di semola rimacinata di grano duro);
– 5 uova intere.
Per la sfoglia verde è possibile aggiungere all’impasto una piccola quantità di spinaci bolliti, strizzati e tritati finemente.
Dopo aver tirato una sfoglia sottile con l’ausilio di un mattarello, si tagliano dei quadrati di 3/5cm per lato. Si posano sul pettine di un telaio in diagonale e si arrotolano attorno ad un bastoncino che non dovrebbe superare i 4 mm di diametro, chiudendoli facendoli passare sul pettine.
Il 29 ottobre 2019 la ricetta è stata solennemente “decretata e depositata” alla Camera di Commercio di Bologna