Il Parco Regionale del Corno alle scale copre una superficie di 5000 ettari, a confine con il Parco dell’Alto Appennino Modenese, a circa un’ora di macchina da Bologna e Firenze.
Un’area che offre diversi panorami montani da circhi glaciali ad ampie vallate verdi punteggiate da piccoli borghi, santuari e cascate come le quelle del Dardagna o quelle del selvaggio Orrido di Tanamalia.
All’interno del parco si trova anche la cima più alta di tutto l’Appennino bolognese, il Corno alle Scale (1944m).
Sono tante le opportunità che si possono cogliere in ogni periodo dell’anno.
Nel comprensorio del Corno alle Scale si trova una delle stazioni sciistiche più importanti della zona, con ben 36km di discese diverse, percorsi dedicati al fondo e un’area per lo snowboard. Mentre in primavera il parco si trasforma in uno spazio sportivo all’aria aperta.
Dalle camminate e i sentieri CAI alle passeggiate a cavallo, fino a una fitta rete sentieri per gli amanti della mountain bike. Percorsi, più o meno impegnativi, a breve distanza da Lizzano in Belvedere, che consentono in ogni stagione dell’anno di pedalare in mezzo alla natura rigogliosa, tra boschi popolati da animali, prati verdi, mulattiere e castelli medievali.
Chi ama il volo o vuole provare forti emozioni, nel parco avventura di Monte Pizzo (a 8km da Lizzano in Belvedere) c’è l’opportunità di lanciarsi con il parapendio. Per chi, invece, si vuole rilassare, immersa nel parco si trova la piscina “Conca del Sole” (12 mila metri quadri) con solarium, palestra, idromassaggio, e spettacolare scivolo di 50 metri. Possibile partecipare a happy hours, acquagym e bagno notturno. Presenti anche un bar ristorante e un’area giochi gonfiabili per i più piccini.
Il parco di Corno alle Scale abbraccia anche uno dei monumenti più importanti della zona: la Rotonda protoromanica o il Delubro. Un’antica costruzione rotondeggiante a lungo ritenuta un luogo di culto romano costruito per una guarnigione. Sebbene l’ipotesi non sia da escludere a priori, gli studi oggi parlano di una costruzione risalente al VI-VII secolo d.C., durante il periodo bizantino. Probabilmente faceva parte di un complesso monastico di frontiera per monaci cristiani venuti sulle montagne, dove il paganesimo era ancora diffuso, per diffondere il cristianesimo. È uno degli edifici più antichi di tutta la provincia di Bologna; nei pressi c’è anche la chiesa parrocchiale, dedicata a San Mamante.
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5000 ettari