Monghidoro è un comune dell’alto Appennino bolognese, collocato al confine tra Emilia e Toscana
Monghidoro è un comune dell’alto Appennino bolognese, collocato al confine tra Emilia e Toscana. La storia del centro è collegata proprio alla sua strategica posizione di passaggio ed attraversamento dalla Pianura Padana all’Italia Centrale, per cui Monghidoro [anticamente chiamata Scaricalasino] è stata nei secoli attraversata da pellegrini, mercanti, soldati di ogni provenienza.
La zona è naturalisticamente attrattiva e propone diverse possibilità per camminate ed escursioni alla scoperta delle sue bellezze naturali, degli edifici religiosi di interesse storico, architettonico e dei suggestivi complessi rurali. Importante è l’Alpe di Monghidoro, area che si estende in una vasta porzione del territorio comunale partendo dall’alto corso del torrente Savena, fino ad arrivare in Toscana.
Si trova in una altitudine compresa tra gli 800 ed i 1290 metri di Monte Oggioli, sulla cima dell’Alpe.
La componente forestale caratterizza il paesaggio vegetale, composto principalmente da faggeti, felci, vecchi rimboschimenti di conifere, castagneti, che contribuiscono all’eccellenza locale dell’appennino bolognese, del Marrone Biondo.
Se ci addentriamo all’interno dell’area troviamo numerose sorgenti, specchi d’acqua, zone umide, pozze con acqua stagnante e i laghetti del Passeggere. Elementi di pregio per il territorio sono anche gli ingegnosi mulini posti a scala in prossimità del torrente Savena.
Vi è anche un’area picnic, nei pressi del Triton’s Park, un piccolo parco avventura.
Altra zona di interesse naturalistico nel comune è “La Martina”, parco naturale di 155 ettari, un tempo caratterizzata da prati, campi e boschi radi di querce. A partire dagli anni 20’, la zona è stata rimboschita con conifere (pino nero, pino silvestre, abete bianco e il cipresso di Lawson). Lungo uno dei sentieri del parco sono presenti i resti di un’antica miniera di rame. A circa 770 m di altitudine, è posta l’omonima località che conta appena 8 abitanti residenti.
Camminando lungo le strade del centro del capoluogo troviamo, la chiesa di Santa Maria Assunta risalente al 1256 ma ricostruita nel 1950 con l’annesso campanile a base ottagonale costruito poco dopo. All’interno è presente la mostra di arte sacra nella sala Don Bosco.
Da vedere è anche il chiostro Olivetano della cisterna, parte di un monastero cinquecentesco, che oggi rappresenta ciò che resta del monastero olivetano del Ramazzotto.
Si può visitare anche il Museo della Civiltà Contadina che si trova poco distante nella località di Piamaggio, ed è concepito con un criterio che coinvolga il visitatore in quella che era la vita rurale di un tempo, con i suoi luoghi di soggiorno e le attività lavorativa. Sono esposti inoltre alcuni attrezzi e capi di abbigliamento dell’epoca. Una delle particolarità del museo è che all’interno è stato costruito in scala 1/3 un mulino ad acqua perfettamente funzionante.
Di grande suggestione la visita al piccolo e antico borgo di Sant’Andrea di Valle Savena, che ospita l’omonima chiesa eretta nel XIV secolo. L’edificio, oggetto di un recente restauro, presenta un singolare portico chiuso che lo fiancheggia e conserva all’interno alcune tele settecentesche di scuola bolognese.
A Campeggio è possibile visitate la chiesa parrocchiale dedicata a San Prospero, costruita nel 1889, nella quale è collocata una riproduzione della celebre “Grotta di Lourdes” e sempre nella stessa località si trova anche l’antico santuario di Madonna dei Boschi eretto nel 1680 dedicato alla Beata Vergine di San Luca, di cui all’interno è conservata un’immagine.